L A M I N A R I E
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esagera
eudemonica
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tu, misura assoluta di tutte le cose
Jack e il fagiolo magico
la guardiana delle oche
fiaba in città
elementi da un'autobiografia
storia senza nome
jack e il fagiolo magico | la storia | testi | tecnica | photo gallery | press |


"Ha un sapore insolito la presentazione di uno spettacolo teatrale per bambini al circolo Arcigay del Cassero, il cui nome fa pensare soprattutto alle notti trasgressive (ma sono note anche le sue numerose iniziative di rilievo culturale e civile). Lo spettacolo è una sintesi di teatro, pittura e video per a raccontare ai bambini il mondo della fiaba, del meraviglioso e della magia che avvera tutti i desideri. I giardini, le scalette e la grande sala centrale della Salara saranno animati da un percorso a stazioni che trasformerà in luoghi reali, gli spazi fantastici della favola. Spiegano le Laminarie che “le alternative, in particolare quelle desiderabili, crescono solo su alberi immaginari”. Nella loro interpretazione della classica fiaba, dunque la pianta di fagioli sulla quale il piccolo Jack si arrampica spinto dalla fame indica una possibilità di riscatto grazie all’immaginazione. Difficile intuire se questo sia un segno di ottimismo o di pessimismo, ma c’è un invito non ambiguo, rivolto ai bambini, a non arrendersi alla realtà delle cose e a imparare a vedere le possibilità di cambiamento.
Il racconto teatrale sarà arricchito da materiali video tratti dal cinema delle origini e da film di animazione, mentre sulla scena si vedranno quattro opere del pittore Giuliano Guatta."

Nicola Zuccherini – Zic – Zero in Condotta


"Una favola non richiama un paesaggio preciso. I boschi sono solo boschi, i castelli castelli, senza ambienti definiti, senza profondità. E’ piuttosto un viaggio simile a un sogno, che costruisce luoghi interiori per emozioni, una voce che agisce e poi rassicura con l’inevitabile lieto fine. […] Invece la compagnia Laminarie ha trasformato “Jack e il fagiolo magico”, storia di povertà, orchi e astuzia, in un percorso che consente di viaggiare dentro la fiaba di “Ucci, ucci sento odor di cristianucci” percorrendo luoghi veri. Erano alberi, slarghi e ambienti chiusi all’ex Salara, la scorsa settimana; saranno gli spazi della Sala Borsa domani […]: scenografie reali dalle quali far risaltare la parte onirica di una storia che ha il suo centro nell’ascensione sul gambo di una pianta di fagiolo cresciuta tanto da forare le nuvole, per arrivare al castello del terribile orco. Fra il pubblico dell’ex Salara c’erano moltissimi bambini. Piccoli. Uno spettacolo nello spettacolo erano le loro reazioni, i loro commenti, come all’apparizione di una mucca:”Mamma c’è un gran muccone vero!”… Nella sede dell’Arcigay si incontrava la casa della madre di Jack sotto un gelso: parlava di povertà nera e spediva il figliolo a vendere l’animale, unico bene rimasto. Gli spettatori erano guidati da due giovani hostess con cappellino rosso da circo. Si girava l’angolo e, in un prato, apparivano le baracche rosso ciliegia di un mercato, con un’orchestrina di lato. Mentre tutti i commercianti rifiutano la mucca, uno strano omino la comprerà in cambio di un pugno di fagioli magici. La madre, disperata, rimprovera Jack per la storditaggine e lancia i fagioli per terra.
Qui inizia la salita fantastica. Si entra in un luogo chiuso con quattro schermi che creano un ulteriore interno. Immagini cinematografiche, tratte da molti film dedicati a questa favola, conducono verso la terrificante casa dell’orco. Saremo invitati, a un certo punto, a entrare “nell’ascensore”, al centro fra gli schermi, a salire con le immagini che scendono o a scendere con quelle che salgono, a simulare, con trucco da parco dei divertimenti, l’arrampicata sul gambo della pianta gigantesca. La moglie dell’orco e l’orco sono enormi, su zatteroni: Jack trema, ascolta, ruba il primo tesoro, i soldi. Che finiranno subito, al mercato. Poi tornerà su, con noi, e prenderà la gallina dalle uova d’oro, e l’arpa magica. Questa lo tradirà, urlando il proprio rapimento: Jack, con una scure, taglierà il mostruoso gambo della pianta di fagiolo facendo precipitare l’orco, per un lieto fine fra musiche, balli di bambini e ciliegie per tutti.
Di notevole bellezza è il momento del taglio, quando ogni realismo viene abbandonato e sugli schermi, che in questo momento circondano gli spettatori, esplodono colori acidi, e le forme sembrano quelle di una plastica colorata che si affloscia, si squarcia, si accartoccia, si apre."

Massimo Marino – L’Unità


"Il Circolo Arcigay Il Cassero apre le porte alle famiglie offrendo spazi e architetture a Jack e il fagiolo magico, nuovo spettacolo dedicato all’infanzia prodotto da Laminarie, compagnia teatrale che dal 1994 si occupa di tetro sperimentale e drammaturgia per bambini con il merito, spiega Marco Macciantelli, assessore alla cultura della provincia di Bologna, di “recuperare la tradizione favolistica ed i suoi messaggi morali”. […] la nuova produzione ha come nucleo centrale l’avventura di Jack, un bambino che spinto dalla fame vende una mucca al mercato in cambio di cinque fagioli magici. Il resto della fiaba è noto: i fagioli nella notte germogliano e nel giardino del bimbo cresce una pianta talmente alta da arrivare fino al cielo, nel Paese delle Nuvole. Laminarie rappresenterà questa favola e la sua morale, i bambino che diventa adulto. Un vero e proprio tragitto lungo il Cassero durante i quale linguaggi eterogenei (tetro, cinema, pittura, con quattro opere di Giuliano Guatta) verranno veicolati in un unico spettacolo i cui primi protagonisti saranno proprio loro, i bambini, che diventeranno un po’ come Jack e che come lui vedranno i mercato, il Paese delle Nuvole, la mucca e la gallina, attraverso video proiezioni tratte dal cinema delle origini, musiche, narrazioni e pitture."

Matteo Menetti – Il Resto del Carlino

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