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le ferriere di Efesto
Le ferriere di Efesto | testi | photo gallery | tecnica | press |

le ferriere di Efesto

Le ferriere di Efesto racconta la storia di due fabbri. Il primo si chiama Efesto e divenne il patrono degli artisti. Il secondo si chiama Ivo Lenzi ed è un artigiano che ha lavorato il metallo con tenacia e passione nella Ferriera Ca’ d’Alessio di Porretta Terme, in provincia di Bologna.
In questa ferriera, opificio di archeologia industriale risalente ai primi anni del novecento, si è tenuto un primo studio dello spettacolo a partire dall’incontro con Ivo Lenzi e dai suoi racconti su sessant’anni di lavoro.


La guerra non è mai bella, a volte però i guerrieri sono belli, bellissimi e terribili

La ricchezza dei racconti e la potenza dello spazio architettonico hanno suggerito una rappresentazione teatrale che intende presentare, grazie all’interazione con i versi dell’Iliade, il rapporto tra bellezza e fatica, tra la condizione umana e quella divina così chiaramente espressa nel mito di Efesto.

Il lavoro del fabbro e i racconti delle imprese omeriche sono evocati sul palcoscenico da una scenografia in ferro di forte impatto visivo che riflette la proiezione di immagini girate nella Ferriera legate ad altre che rimandano alle armature forgiate da Efesto per gli eroi dell’Iliade. In scena una bambina con una palla da calcio incuriosita da strane parole, un fabbro, due ninfe, la testimonianza di Ivo Lenzi si intreccia con la vicenda mitica di Efesto, raccontandoci di un’antica arte tramandata di generazione in generazione dal primo, all’ultimo fabbro.


Efesto si stacca nettamente, nel mito greco, da
quella che potremmo chiamare la normalità degli
Dèi. Poiché l’immaginazione mitica greca ha
espresso il suo ideale estetico e la sua aspirazione
a una vita senza vecchiaia negli Olimpi attraverso 
Dèi eternamente giovani ed eternamente belli.

 

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